Jeorge Eielson

When: 4 Giugno 2014 - 4 Luglio 2014

Firenze – Jorge Eielson (Lima 1924 – Milano 2006) non è stato solo uno dei più grandi artisti peruviani contemporanei e uno dei più importanti dell’America Latina (le sue opere sono esposte in alcuni dei musei e delle collezioni più importanti del mondo,  dal MoMA alle collezioni Rockefeller, Rothschild, Pompidou), ma è stato anche l’unico esempio di artista “integrale” che è riuscito ad eccellere in campi diversi: l’arte, la letteratura, il collezionismo.

Vissuto principalmente in Italia dal 1950 fino alla sua morte, Eielson ha frequentato alcune delle personalità più rilevanti dell’arte contemporanea internazionale.

Insieme a Fontana, Burri, Dorazio, Hains, Rotella, Capogrossi, Beuys, Buren, Noland e Venet egli ha  partecipato al fermento culturale dell’epoca in perfetto tempismo con le avanguardie europee ed americane del dopoguerra.

Esplorare tuttavia le sue remote radici americane attraverso la materia, nella serie astratta dei “Paesaggi infiniti della costa del Perù”, conduce Eielson, verso il 1960, alla riscoperta dell’uomo e della figura umana, che viene allusa nella serie di opere realizzate con gli indumenti: camicie, blue-jeans, reggiseni, guanti, calze di nylon vengono assemblati, piegati, bruciati, torti e infine annodati, lasciando in eredità un segno caratteristico, insieme ancestrale e nuovo, ludico e filosofico: il nodo.

 

Risale al 1963  il suo primo “quipus” , che collega idealmente la cultura dei popoli precolombiani alla sua vicenda artistica.

La tela annodata sul telaio genera una tensione plastica che è la  perfetta sintesi culturale, simbolica e magica di tutta la sua opera.

La natura archetipica del quipus ha colpito l’immaginazione del suo autore, che ne ha fatto un nucleo semantico ed estetico con svariati significati personali e storici.

Eielson elabora una visione poetica unitaria, esprimendola poi nelle sue varie declinazioni, e avvalendosi di differenti codici linguistici: ad esempio, un suo poema del 1949, Prima morte di Maria, alcuni anni più tardi diventa un romanzo, poi una piéce teatrale, poi un’installazione e infine una performance.

Questo suo modo di lavorare, che gli ha procurato anche molte incomprensioni, si rivela oggi di estrema attualità.

 

La sua stessa posizione di cittadino di vari  mondi, di varie origini e culture (nazca, svedese, spagnola, italiana) ha contribuito a questa sua ricerca globale.

Come per altri grandi latinoamericani, ammirati da Eielson (Fontana, Borges, Paz), la sua unica patria è l’arte.

 

La mostra che comprende una ventina di opere che illustrano l’intero percorso di Eielson  si  terrà nella Sala delle Colonne Ottagonali della Robert F. Kennedy International House a Firenze  e sarà inaugurata dal Premio Nobel Mario Vargas Llosa, in qualità di Direttore del Comitato Scientifico del Centro Studi Jorge Eielson.

 

L’esposizione sarà in parte replicata a Lima, presso la Casa de la Literatura Peruana, nel mese di dicembre 2014, in contemporanea con un convegno internazionale dedicato a Eielson, nel novantesimo anniversario della nascita.

 

Curatela generale

Martha Canfield e Antonella Ciabatti

(Presidente e Vicepresidente del Centro Studi Jorge Eielson)

in collaborazione con la Galleria Il Chiostro Arte Contemporanea di Saronno

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