Turkana, il mare di giada

When: 10 Maggio 2011 - 22 Maggio 2011

Milano – Questo è il mio viaggio, il racconto della terra dove si dice nasca il vento. Una distesa vulcanica con una perla di giada. Il lago Turkana.” Inizia così Domitilla Asquer, un architetto prestato alla fotografia, a descrivere il suo lavoro. Una serie di immagini scattate in un non luogo, la cui storia è cadenzata dal ciclo delle stagioni, dalle orme degli animali selvaggi, dalla forza della gente che lo popola.

Secondo Alessandro Turci, che insieme a Davide Campi ha curato la mostra, le sue fotografie sono la dichiarazione di un forte sentimento. Volti e paesaggi, due impressioni della stessa emozione. Vertigine, straniamento. Il confronto è con se stessi, un viaggio infinito che muta le prospettive. Che misura in noi la compassione. La nostra capacità di contenere tutta quella insostenibile bellezza. E mostrare tutta la dignità di un altro mondo.

 

Sono immagini di rara intensità, tanto nella rappresentazione quasi sempre drammatica dei paesaggi, quanto negli incisivi ritratti di alcuni membri della tribù dei Masai Turkana, dalle condizioni di vita e tradizione culturale  molto lontane dalle nostre. Come sostiene Franco Crespi, Professore Emerito di Sociologia all’Università degli Studi di Perugia: “Guardando le fotografie scattate da Domitilla Asquer non possiamo sfuggire alla sensazione della minaccia che incombe sullo stile di vita e gli ancestrali modelli culturali dei Masai Turkana, a causa dell’inarrestabile processo di globalizzazione che ha investito l’epoca attuale. Dalle immagini emerge cosí l’essenziale fragilità di un mondo e di una cultura che trovano espressione nelle abitazioni, nelle vesti, negli ornamenti, negli atteggiamenti degli individui. Mentre tali immagini ci affascinano per la densità del loro significato, percepiamo anche la loro fatale provvisorietà. Va riconosciuta ad Asquer la capacità di comunicare emozioni in maniera diretta, senza commenti impliciti, lasciando che ciascuno possa reagire, secondo la sua natura e la sua sensibilità, agli stimoli complessi che nascono da uno sguardo intelligente e attento: nella loro apparente semplicità, le sue foto costituiscono una testimonianza di indubbio rigore”.

 

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via Friuli 26/a Milano

tutti i giorni: 10.30-13.30 e 15.30-20. Domenica chiuso.

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