Giovani e media: gli effetti della guerra nel report di Unicef

(di Maria Elena Molteni)

Quante volte ci siano interrogati sulla necessità/opportunità di coinvolgere i nostri bambini e ragazzi nelle maratone dedicate alla guerra in Russia, o anche solo alle più rapide informazioni da telegiornale, meglio ancora se approfondite dai punti di vista espressi sulla stampa cartacea? Il tema è straordinariamente complesso eppure necessario. Folle sarebbe escluderli dalla conoscenza, o dal tentativo di, ma anche spaventarli con un eccesso di informazioni sarebbe grave e discutibile. Qual è il punto di confine? In quale momento si aiuta a formare la consapevolezza critica di un giovane e quando invece si produce l’effetto opposto? Unicef ha approfondito il tema con un sondaggio condotto tramite U-Report Italia, piattaforma digitale per la partecipazione di ragazzi e ragazze che conta oggi oltre 2.200 iscritti. Il sondaggio è stato realizzato per rilevare l’impatto del doomscrolling – o anche vortice di cattive notizie – legato all’emergenza Ucraina sui giovani.  

Tra quanti hanno risposto al sondaggio, il 40% di chi ha risposto dichiara di non sentirsi adeguatamente informato sul conflitto, eppure il 21% conferma la tendenza a cercare in modo ossessivo le cattive notizie online.  A spiegare il dato è forse anche la grande varietà di mezzi di comunicazione a cui fanno ricorso adolescenti e giovani: la televisione e instagram (entrambi al primo posto rispettivamente con il 24% delle preferenze), i siti web (per il 18%), altri social (12%), giornali (per il 10%). Questo vortice di informazione produce nei giovani utenti stati d’animo contrastanti: se il 30% esprime dispiacere e solidarietà per le popolazioni coinvolte dal conflitto, per il 19% il flusso di informazioni crea un senso di ansia e incertezza, di impotenza per il 16%, rabbia e paura per il 10%. Per qualcuno però prevale anche il desiderio di dare una mano e la fiducia che il conflitto si risolva nel più breve tempo possibile (15%). In tanti esprimono preoccupazione per il peggioramento dello stile di vita di ragazze e ragazzi in Italia causato dagli effetti economici del conflitto, molti sono preoccupati per la salute mentale propria e dei propri cari, alcuni dichiarano di avere paura di una nuova escalation di violenza che coinvolga altri Paesi.

Ciò che colpisce però è la capacità di reazione di adolescenti e giovani: circa il 40% dichiarano di reagire attraverso azioni di solidarietà nei confronti della popolazione colpita o partecipando a manifestazioni di pace. Di qui l’invito di Unicef a limitare questa esposizione e contrastare le sensazioni negative informandosi su siti e giornali affidabili, cercando di spegnere il telefono prima di dormire, e confrontandosi in caso di bisogno con le persone vicine o con esperti.

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