“L’importanza di chiamarsi Enrico”. In Triennale una conversazione in ricordo di Enrico Astori

Milano, 6 maggio 2022 (BOOP-MM) – Il suo mito era Maria Callas, la sua opera preferita Un ballo in Maschera. Enrico Astori, fondatore nel 1968 di Driade, nel 2020 è uscito di scena come il Conte Riccardo musicato da Verdi, nella fase più dura del lockdown. Per salutarlo e rendergli omaggio, Triennale Milano gli dedica L’importanza di chiamarsi Enrico. Una conversazione in ricordo di Enrico Astori: incontro che sarà introdotto dal presidente Stefano Boeri, moderato da Fulvio Irace, storico e critico dell’architettura, con interventi, in presenza o in video, di Flavio Albanese, architetto e critico del design, Linde Burkhardt, artista e designer, François Burkhardt, teorico, storico e critico dell’architettura e del design, Cristina Morozzi, giornalista e critica del design, Philippe Starck, architetto e designer, Oscar Tusquets, architetto e designer, Tom Vack, fotografo. Come Astori diceva, “lascerò con Driade un’eredità difficile. Non un’azienda, o un pacchetto azionario. Ma un’attitudine al viaggio, alla curiosità, alla scoperta”. “Ho fatto ciò che mi piaceva, ho prodotto oggetti che avrei voluto acquistare o regalare, ho frequentato persone che stimolavano la mia curiosità e ho desiderato di lavorare con loro. Driade non è mai stata un obiettivo, ma un mezzo, uno strumento di conoscenza. Vedo Driade come uno scrigno, o un’arca che raccoglie le bellezze del mondo in attesa del diluvio”. Il design per Astori non era (solo) un prodotto: era la stretta via cui aspirare all’opera d’arte totale, di cui la Driade è stata la partitura più fedele. Facendo il salto da produttore a editore, Astori – con la complicità della sorella Antonia e della moglie Adelaide – maturò tra la fine dei settanta e l’inizio degli ottanta un capitolo inedito del design mondiale, facendo ruotare nella casa-laboratorio di Fossadello l’élite della creatività internazionale. (Com/BOOP-MM)

Enrico Astori
Nato a Melzo, Enrico Astori (1936-2020) ha vissuto a Buenos Aires, sino al 1953, anno in cui si è trasferito a Milano dove ha trascorso tutta la vita. Laureato in architettura nel 1960 presso il Politecnico di Milano, per alcuni anni collabora nell’azienda di famiglia, Astori Prefabbricati, che produce strutture prefabbricate in cemento armato nelle aree della comunicazione e della distribuzione. Nel 1968, con Antonia Astori e Adelaide Acerbi, fonda la Driade, azienda attiva nel settore del design. Regista e imprenditore segue la sua personalissima ricerca estetica, attratto da tutto ciò che è diverso e nuovo. La sua vocazione allo scouting ha sempre portato Driade a scoprire e proporre, nuovi segni e tendenze. La sua attrazione per tutto ciò che è nuovo e diverso e l’insofferenza per modelli rigidi e consolidati fa sì che la proposta Driade sia sempre aperta sul futuro. “Voglio progettare il futuro”, afferma Astori, e con il suo innato carisma riesce a coinvolgere ed entusiasmare un gruppo eterogeneo di creativi e collaboratori, a dare forma al laboratorio estetico. Dopo la morte di Adelaide Acerbi, decide di terminare di lavorare nella sua azienda. Driade viene venduta ad Italian Creation Group nel 2013.

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