Lombardia hub nazionale delle Life Sciences: qui si concentra il 32% del valore della produzione e il 26% del valore aggiunto

Milano, 27 novembre (di Redazione) – In Italia la filiera Life Sciences somma un valore della produzione di 225 miliardi di euro nel 2018, un valore aggiunto di 100 miliardi e 1,8 milioni di posti di lavoro. Mentre sul territorio lombardo la filiera Life Sciences ha generato, sempre nel 2018, un valore della produzione pari a 71 miliardi di euro, un valore aggiunto di oltre 25 miliardi di euro, con 335mila addetti. E, considerando anche l’indotto, il valore aggiunto complessivo attivato supera i 50 miliardi di euro e rappresenta il 12,8% del PIL regionale (incidenza in crescita di oltre 1 punto percentuale rispetto al 2014), mentre a livello nazionale corrisponde al 10%. Dunque, un settore di specializzazione particolarmente rilevante per l’economia del Paese e nel quale Lombardia si conferma vero e proprio hub nazionale, dal momento che in questa regione si registrano il 32% del valore della produzione, il 26% del valore aggiunto e il 20% di addetti della filiera Life Sciences nazionale, a fronte di una popolazione regionale che incide per il 17% e di un PIL pari al 22% di quello italiano.

È quanto emerge dal nuovo Rapporto sulla Filiera Life Sciences, che analizza il contributo del settore per l’economia regionale e nazionale, mettendo a confronto la Lombardia con l’Italia ed estendendo il confronto con alcune regioni benchmark europee come Baden-Württemberg, Cataluña e Île de France, che presentano strutture economiche simili. Uno strumento di sintesi, realizzato dal Centro Studi di Assolombarda con il supporto del Cergas-Bocconi, e delle principali associazioni del settore Life Sciences a livello nazionale: AIOP, Confindustria Dispositivi Medici, Farmindustria, Federchimica, Federchimica-Assobiotec e il Cluster lombardo scienze della vita.

“La pandemia che stiamo fronteggiando mette in luce, in modo evidente, la strategicità della filiera delle Scienze della Vita – ha dichiarato Sergio Dompé, vicepresidente di Assolombarda con delega alle Life Sciences -. Innanzitutto, per la capacità di dare risposte alla domanda di salute dei cittadini. Ma, anche e sempre di più, perché abilità trasversalmente tutte le attività economiche e sociali, rappresentando un partner strategico del sistema economico, per il valore aggiunto che genera e per la sua centralità nella ricerca e nell’innovazione. Dunque, le Scienze della Vita e la Sanità devono essere centrali nell’agenda politica dei Governi internazionali e dell’Italia, che vanta uno dei Sistemi Sanitari universalistici maggiormente riconosciuti a livello internazionale. Investire sullo sviluppo di questa filiera, consolidare la collaborazione tra pubblico e privato e puntare sul valore dell’innovazione, sono elementi fondamentali per promuovere la competitività, la resilienza e lo sviluppo dell’intero Paese”.

La Lombardia, oltre a confermarsi la regione con la filiera Life Sciences più sviluppata in termini economici, è anche quella dove la crescita della filiera è più dinamica e superiore alla media italiana: +27,5% vs +13,2% il valore della produzione tra il 2014 e il 2018, +22,8% vs +7,2% il valore aggiunto. Qui le Life Sciences rappresentano un ecosistema diversificato e interconnesso di attori pubblici e privati, nel comparto dell’industria (intermedi e principi attivi farmaceutici, farmaci, dispositivi medici e servizi di ricerca biotecnologica, gas industriali ad uso medico), che genera oltre 31 miliardi di euro di valore della produzione (il 44% della filiera) e quasi 9 miliardi di valore aggiunto (il 34,8% della filiera): entrambe le grandezze rappresentano più della metà dell’industria nazionale delle Scienze della Vita. Ma anche nel comparto del commercio (all’ingrosso e al dettaglio di prodotti farmaceutici, dispositivi medici e articoli sanitari) e dei servizi sanitari e socio-sanitari (l’incidenza del valore aggiunto sul totale della filiera regionale arriva al 57,8% e in termini di valore della produzione al 35,9%).

A questi si aggiungono i centri di ricerca, le università e gli enti non profit che, in sinergia con le imprese, alimentano in rete la ricerca e l’innovazione. E la Lombardia si conferma un’eccellenza dell’industria farmaceutica in Europa, un settore che sta aumentando la propria capacità competitività e apertura internazionale. Basti pensare che nel 2019 le imprese farmaceutiche lombarde hanno esportato beni per 8,4 miliardi di euro con una crescita più che doppia rispetto al 2008. Tra il 2014 e il 2018 la Lombardia registra un sensibile avanzamento anche nella produzione scientifica (+11%), sebbene risulti ancora inferiore ai benchmark europei per numero di pubblicazioni: 659 articoli per milione di abitanti nel 2018, a confronto con 723 in Baden-Württemberg, 894 in Cataluña e, soprattutto, 1.516 in Île de France. Invece, per qualità la Lombardia si allinea con i peer europei: 190 articoli altamente citati equivalenti al 2,9% del totale, incidenza molto vicina a quella del Baden-Württemberg (3,1%) che risulta essere prima nel confronto.

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