Matterella, “lavorare per rendere i sistemi alimentari più resilienti e sostenibili”

“Occorre lavorare per rendere i sistemi alimentari più resilienti e sostenibili”. E’ l’appello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Fattori ormai divenuti sistemici, quali i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità – aggravati dalla pandemia e dalla crisi finanziaria – stanno rendendo sempre più difficoltoso il cammino della comunità internazionale verso l’obiettivo ‘fame zero’. Ad essi si è aggiunta l’aggressione russa all’Ucraina, con drammatiche conseguenze in termini di insicurezza alimentare. Senza un equo accesso al cibo è impossiile garantire a milioni di abitanti del pianeta – soprattutto quelli che vivono nei paesi più poveri  – una vita sana, un’istruzione di quallità, opportunità di crescita sociale ed economica. In tali condizioni si trova una persona su dieci nel mondo. Rispetto a queste sfide l’Italia resta in prima linea, al livello globale e nell’area del Mediterraneo, per cercare soluzioni adeguate alle crisi dell’oggi e per affrontare obiettivi di lungo termine”.

Dunque, “occorre lavorare per rendere i sistemi alimentari più resilienti e sostenibili. Soltanto un multilateralismo efficace – sottolinea – ci consentirà di raggiungere un traguardo così complesso e ambizioso. Prezioso in questo contesto è il ruolo delle Agenzie del Polo Romano delle Nazioni Unite e, in coincidenza con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, desidero ribadire la considerazione che l’Italia nutre nei confronti della loro azione. A quanti si adoperano quotidianamente per far sì che a tutti sia garantito l’accesso al cibo giunga l’espressione della gratitudine della Repubblica Italiana”.

Anche Fao sottolinea che “sono stati fatti molti progressi nella costruzione di un mondo migliore, ma troppe persone sono rimaste indietro, in quanto non hanno potuto sfruttare lo sviluppo umano, l’innovazione o la crescita economica. Di conseguenza milioni di persone in tutto il mondo non possono permettersi un’alimentazione corretta, il che le espone ad alto rischio di insicurezza alimentare e malnutrizione. Porre fine alla fame non è però una questione di offerta: oggi viene prodotto cibo sufficiente a sfamare tutti gli abitanti del pianeta. Il problema è costituito dall’accesso e dalla disponibilità di cibi nutrienti, che sono sempre più ostacolati da svariate criticità, tra cui la pandemia del COVID-19, i conflitti armati, il cambiamento climatico, le disuguaglianze, l’aumento dei prezzi e le tensioni internazionali. Le persone in tutto il mondo sono esposte all’effetto domino di queste sfide che non conoscono confini. Il mondo globalizzato di oggi è un luogo in cui le nostre economie, culture e popolazioni sono sempre più interconnesse. La nostra vulnerabilità può dipendere da fattori personali o geografici, ma in realtà tutti siamo fragili. Lasciando indietro qualcuno, l’anello della catena si spezza e le conseguenze si riflettono non solo sulla vita di quella persona, ma anche sulla nostra. Nel contesto delle crisi globali, sono più che mai necessarie soluzioni globali: mirando a una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore e una vita migliore, possiamo trasformare i sistemi agroalimentari implementando soluzioni sostenibili e olistiche che tengano conto dello sviluppo a lungo termine, della crescita economica inclusiva e di una maggiore resilienza”.

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