Il male del secolo, paura dell’intimità

Milano, 3 giugno (di Cristina Clemente) – Sono due le forze vitali basilari che appartengono a tutti gli esseri umani: la spinta all’individualità e la spinta alla relazionalità. L’individualità ci spinge a creare una identità unica, a stare per conto nostro e a perseguire la nostra auto realizzazione; la relazionalità ci spinge a saper stare con l’altro, con il gruppo e nell’intimità di una relazione. Quando queste due forze vitali sono in equilibrio, si può parlare di differenziazione.

Perché differenziazione?

Perché essere differenziati richiede maturità emotiva, non legata all’età cronologica, che ci permette di poter avere una relazione lunga, significativa senza dover utilizzare il mondo esterno come il lavoro, gli  amici, figli, hobby come un confine per stare nella relazione stessa ma utilizzarlo come puro piacere personale.

La differenziazione è dunque la capacità di  avere dei propri confini, non troppo rigidi né troppo labili; è la capacità di mantenere il senso del sé, senza perdersi, quando si è emotivamente o fisicamente vicino agli altri, in particolare quando le persone accanto diventano esseri significativi.

L’individuo con una buona differenziazione è in grado di stare nell’intimità, non scappa dalla relazione, sa stare nella quotidianità, non si sente divorato dalla relazione stessa. Sa stare nel conflitto, senza abbandonare il campo per proteggere il proprio sé. Può essere d’accordo senza sentirsi privato di una parte di sé e nelle stesso tempo può essere in disaccordo senza sentirsi alienato. È quindi un individuo che ha la possibilità di sentire e riconoscere i legami affettivi, di poterli vivere quotidianamente, sapendo stare vicino e lontano. Soprattutto sapendo vivere l’intimità senza dimenticare la propria identità ed il piacere di stare anche separato senza perdere il legame dell’altro significativo. 

L’intimità presuppone somiglianza e differenza, mutualità ed autonomia ed ecco che quando due persone hanno soltanto comunanza e somiglianza si perdono l’una con l’altra: questa non è intimità ma fusione. All’opposto della differenziazione  infatti c’è la fusione emotiva o la dipendenza emotiva.

In questo caso, l’identità della persona dipende dalla relazione. La sua identità è basata su un sè-in-relazione: siamo sul  piano della pseudo sicurezza relazionale, ovviamente sull’illusione della sicurezza, che contraddistingue moltissime coppie dove ciò che li unisce, il collante, è la fusionalità o la dipendenza e non l’intimità. 

Sono coppie dove c’è poco confronto dialettico, poco contatto fisico, poca sessualità, ruoli statici. Niente si muove, nulla cambia. Anche se può esserci un apparente movimento, come una vita sociale soddisfacente ed interessi culturali, il legame della coppia è dettato da quella sensazione di sicurezza relazionale che molte persone scambiano per amore. Oppure dove un partner è totalmente sbilanciato sull’altro, sui bisogni dell’altro negando la propria vera identità non solo all’altro ma soprattutto a se stesso.

In queste relazioni il lavoro, le occupazioni, la routine giornaliera, i figli, gli amici, gli hobby, il benessere economico sono agenti esterni che aiutano la coppia a stare insieme senza il vero collante dell’intimità, collante che contraddistingue la Coppia.

Detto ciò, che cosa può essere accaduto in questo momento storico dove le nostre certezze sono venute a mancare?

La pandemia ha tolto molte maschere, ha messo in luce alcune lacune relazionali, sono venuti a meno tutti gli agenti esterni che mantenevano molte coppie in vita, che mantenevano quell’equilibrio tra la capacità di stare nella relazione e la capacità di stare fuori dalla relazione. Coppie  inconsapevoli di essersi da tempo perse nella loro pseudo certezza, avendo dimenticato cosa possa essere l’intimità.

Le coppie con una buona differenziazione invece hanno avuto modo di proteggersi a vicenda ed inventarsi all’interno della relazione stessa e di conoscersi ulteriormente. La loro intimità si è addirittura rafforzata. Hanno giocato insieme, cucinato insieme, hanno parlato, si sono confortati reciprocamente, sono individui che non hanno bisogno di una distanza fisica, non hanno bisogno di contatti poco frequenti o di carriere che li impegnano totalmente per mantenere la loro identità separate, l’intimità non li spaventa anzi li nutre.

Dato che tutto avviene per il bene, anche se molte coppie si sono sfaldate ed altre invece si sono riconfermate nella loro unione, sicuramente questo virus ha dato luce a molte verità..

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