La prima donna nell’agenzia Magnum, Museo Diocesano dedica retrospettiva a Inge Morath

Milano, 12 giugno (di Redazione) – E’ stata la prima donna ad essere accolta nell’agenzia Magnum Photos: a Inge Morath, fotografa austriaca nata a Graz, 1923 e mancata a New York nel 2002) il  Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano dedica una retrospettiva, al via da oggi, 19 giugno al 1 novembre. ‘Inge Morath. La vita. La fotografia’ è il titolo della mostra che fa parte dei palinsesti culturali ‘Aria di Cultura’ e ‘I talenti delle donne’ promossi e coordinati da Palazzo Marino. Attraverso 150 immagini e documenti originali, l’esposizione, curata da Brigitte Blüml – Kaindl, Kurt Kaindl, e Marco Minuz, prodotta da Suazes, Fotohof e Magnum Photos, col supporto del Forum austriaco della cultura, col sostegno di Rinascente, media partner IGP Decaux, ripercorre il cammino umano e professionale di Inge Morath, dagli esordi al fianco di Ernst Haas ed Henri Cartier-Bresson. Fino alla collaborazione con prestigiose riviste come Picture Post, LIFE, Paris Match, Saturday Evening Post e Vogue, attraverso i suoi principali reportage di viaggio, che preparava con cura maniacale, studiando la lingua, le tradizioni e la cultura di ogni paese dove si recava, fossero essi l’Italia, la Spagna, l’Iran, la Russia, la Cina. Al punto che il marito, il celebre drammaturgo Arthur Miller, ebbe a ricordare che “Non appena vede una valigia, Inge comincia a prepararla”.

Il percorso espositivo dà conto di questa sua inclinazione, presentando alcuni dei suoi reportage più famosi, come quello realizzato a Venezia nel 1953, con immagini colte in luoghi meno frequentati e nei quartieri popolari della città lagunare, che sposano la tradizione fotografica dell’agenzia Magnum di ritrarre persone nella loro quotidianità. Alcune ambientazioni surreali e alcune composizioni fortemente grafiche sono un esplicito riferimento al lavoro del suo primo mentore Henri Cartier-Bresson. Le immagini di Inge Morath riflettono le sue più intime necessità, ma al contempo sono come pagine del suo diario di vita, come lei stessa ha scritto: “La fotografia è essenzialmente una questione personale: la ricerca di una verità interiore”.

Non manca una sezione dedicata a Parigi, uno dei ‘luoghi del cuore’ di Inge Morath, dove incontrò i fondatori dell’agenzia Magnum: Henri Cartier-Bresson, David Seymour e Robert Capa. Essendo la più giovane fotografa dell’Agenzia, nella capitale francese le venivano affidati lavori minori come sfilate di moda, aste d’arte o feste locali; tuttavia, in queste immagini emerge chiaramente il suo interesse per gli aspetti bizzarri della vita quotidiana. La mostra dà inoltre ampio spazio al ritratto, un tema che l’ha accompagnata per tutta la sua carriera. Da un lato era attratta da personaggi celebri, quali Igor Stravinsky, Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Jean Arp, Alexander Calder, Audrey Hepburn, dall’altro dalle persone semplici incontrate durante i suoi reportage. Tra gli scatti più iconici, spicca la fotografia di Marilyn Monroe che esegue dei passi di danza all’ombra di un albero, realizzata sul set del film “Gli spostati” del 1960, lo stesso dove Inge conobbe Arthur Miller che all’epoca era sposato proprio con l’attrice americana.

INFO:

INGE MORATH. La vita. La fotografia

Milano, Museo Diocesano ‘Carlo Maria Martini’ (piazza Sant’Eustorgio 3)

19 giugno – 1 novembre 2020

Orari e biglietti:

Museo Diocesano + mostre (ingresso da piazza Sant’Eustorgio):

martedì-domenica, 10.00-18.00

La biglietteria chiude alle 17.30

intero: €8,00; ridotto: €6,00

Solo mostre (ingresso da corso di Porta Ticinese 95):

tutti i giorni, 18.00-22.00

mostra+prima consumazione Chiostro Bistrot: €10,00

Informazioni: tel. 02.89420019; info.biglietteria@museodiocesano.it 

– chiunque accede al Museo sarà sottoposto al controllo della temperatura corporea tramite termoscanner. Qualora la temperatura rilevata risultasse superiore ai 37,5° sarà impedito l’accesso alla struttura

– l’uso della mascherina è obbligatorio, anche per i bambini di età superiore a 6 anni

– durante la visita, per l’intero periodo di permanenza all’interno della struttura è necessario mantenere sempre la distanza di sicurezza interpersonale evitando affollamenti

– per l’accesso alle sale espositive è previsto un numero massimo di persone, secondo slot calcolati su metrature e logistica degli spazi

– all’interno del Museo la visita potrà essere svolta sempre lungo il percorso indicato dalla segnaletica e/o dal personale del museo

– l’utilizzo dell’ascensore è riservato alle sole persone disabili o con problemi di deambulazione. Accesso all’ascensore per massimo 2 persone

Si ricorda inoltre che all’interno del Museo Diocesano

– sono a disposizione i gel igienizzanti

– non sono ammessi gruppi e visite guidate sino a nuove disposizioni

– nelle sale espositive della mostra temporanea l’accesso è consentito ad un massimo di 40 visitatori ogni 60 minuti

– eventuale materiale cartaceo (depliant, mappe ecc…) non deve essere abbandonato negli spazi museali; si pregano i visitatori di conservarlo o gettarlo negli appositi cestini

– non è possibile utilizzare il guardaroba; i visitatori sono pertanto pregati di presentarsi con il minimo di accessori personali, evitando bagagli, nonché zaini e borse voluminosi

 

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