Pulsione di Thomas Verny

When: 14 Aprile 2012 - 12 Maggio 2012

Bologna -Il denominatore comune tra la scarpa, presenza costante nei ritratti di Thomas Verny, e l’indumento intimo (vedi serie di nature morte con lingerie), è quello di essere un contenitore di nudità. Si tratta di oggetti impregnati di sensualità che diventano essi stessi dei mezzi di espressione sensuale.

 

Questi accessori, inoltre, che si tratti di scarpe con tacchi alti o da ballerina o di indumenti intimi di vario genere, non ricoprono solo la funzione di accogliere le parti più sensuali del corpo : essi hanno anche il potere di trasformare la postura del corpo, erotizzandolo. Basti pensare ai tacchi alti che impongono a chi li indossa una compensazione dell’equilibrio che tende a mettere in risalto la parte superiore del busto ed in primo luogo il seno e che, nel contempo, trasmettono alle gambe una vibrante tensione nervosa.

 

Il piede e la scarpa femminile possono pertanto assurgere a strumento di sottomissione dell’uomo nei confronti del potere sensuale della donna. Nella serie di ritratti a figura intera giganti (altezza 1m95) di Verny, i corpi femminili sono deformati da una contre-plongée talvolta vertiginosa che implica un allungamento della parte inferiore del corpo, ed in particolare delle scarpe, che arrivano ad occupare, in alcuni casi, la metà dell’altezza della tela.

 

Grazie alla deformazione imposta alle figure ritratte dalla scelta anomala dell’asse visuale, l’artista mette in risalto il piede avvolto da tacchi vertiginosi e lo rende aggressivo e protagonista, quasi divinizzandolo. La donna-individuo tende così a scomparire, trasformandosi in idea carnale. I volti sono quasi invisibili, inghiottiti dal resto del corpo che prende il sopravvento.

 

Negli imponenti ritratti a figura intera come nelle nature morte « feticiste » di Thomas Verny si ritrova quello stesso sentore apocalittico che aleggia in modo particolare nella luce dei suoi paesaggi, più noti ad un vasto pubblico. Perchè, pur amando i corpi e la sensualità della materia, l’artista ha il potere di pietrificare, con la sua pittura, luoghi, persone, oggetti, sospendendoli in un’atemporalità che, insieme, li allontana, rendendoli quanto mai inaccessibili, e li idolatra, investendoli di un’aura quasi soprannaturale>.

 

MCR

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